giovedì 17 novembre 2011

Faust

Bisogna essere assolutamente moderni.
Bisogna percepirsi come unità, comprendere la propria anima, sporcarla con la lordura del mondo.
Bisogna, sopra ad ogni cosa, desiderare.
Lasciare che il desiderio veleggi lungo flutti di macabra disperazione,  che si faccia spazio tra le lusinghe del diavolo.
Perchè il diavolo sicuramente esiste: Dio è trascendente ed ignoto, ma il Male è reale, visibile, certo. Serpeggia impazzito tra le strade, mentre Faust lo rincorre. Il diavolo e’ grigio, anonimo, banale: come se la sua presenza fosse la normale compagnia della vita quotidiana: le conversazioni tra i due sono intessute di sordida vitalità, così come le strade sono intrise degli odori e degli affanni del popolo, in cui il grigio, infido Mefisto si immerge  voluttuoso.
Essere moderni è illudersi di poter sconfiggere il diavolo, picchiarlo e correre via cercando nuovi spazi – urlando la tua identità.
Ignorando che è il diavolo stesso, subdolamente debole e patetico,  ad aver instillato in te questo desiderio di affermazione e potenza - e ora sei già nel giogo delle sue malìe.

mercoledì 16 novembre 2011

Drive

Un uomo senza nome trascorre la sua vita lavorando come meccanico, stuntman e autista per rapinatori; il fil rouge che unisce le sue occupazioni pressionali è la sua straordinaria abilità alla guida di un'automobile.
La sua completa indifferenza verso il resto dell'umanità lo rende immune dall'abietto ambiente di criminali, faccendieri e malavitosi da cui è circondato. Ma quando lascerà entrare la sua vicina di casa, le sue barriere emotive crolleranno, e per amore si troverà coinvolto in una vicenda che potrà essere risolta solo con scelte -e violenze- estreme.

Lo sviluppo della trama segue gli schemi classici dei film d'azione, ma la vera qualità del film è nel lavoro sull'immagine, nei dialoghi rarefatti, sciolti nelle musiche ossessive, nella profondità oscura dei dedali in cui si addentra.
Come nel precedente Bronson, Nicolas Winding Refn affida alla luce il compito di enfatizzare le connotazioni psicologiche dei suoi protagonisti, di percorrere e modellare le loro scanalature. Ma se il maniaco criminale Charles Bronson emergeva dal buio vestito da Pierrault per esplodere in tutta la sua grottesca e muscolare follia, l'anonimo protagonista di Drive è avvolto da una costante, silenziosa penombra, corifeo delle sue sottaciute voragini emotive.
La luce - completa, irreale, assolutoria - lo inonderà solo nel momento della catarsi finale: e infine, nel suo corpo martoriato splenderà, indulgente, vita.